I sistemi di fissaggio: tutto su viti, bulloni e rondelle

Alcune nozioni per principianti e consigli sui sistemi di fissaggio che ti torneranno utili

Per chi non è pratico ed esperto nel fai da te, scegliere il sistema di fissaggio giusto, data la quantità di viti, bulloni e rondelle presenti sul mercato può essere una scelta difficile da compiere. La scelta poi si complica ancora di più dato che devi considerare anche il materiale di cui sono composti i supporti da fissare dal momento che i sistemi di fissaggio cambiano anche in funzione del materiale delle parti che vuoi fissare.

Una scelta impropria può infatti vanificare tutti gli sforzi che hai compiuto per portare a termine il lavoro che volevi svolgere. Scegliere una vite sbagliata può danneggiare il supporto o le parti da fissare, o entrambi nel peggiore dei casi. Nel migliore dei casi invece può non svolgere bene il suo compito andando a creare del distacco fra le parti che volevi fissare.

Il problema però è che esistono veramente tanti tipi di viti, bulloni e rondelle, ognuno dei quali ha una misura ed è composto di una materiale specifico che lo rende più o meno adatto al tipo di superfici che si vogliono fissare tra di loro.

In questo articolo pertanto vogliamo darti una mano dandoti alcuni consigli che speriamo possano tornarti utili nel momento in cui deciderai di fare da te per fissare tra di loro tutte le superfici che desideri. Scopriamoli insieme.

 

Sistemi di fissaggio: Quali viti devo usare?

Come dicevamo poco più sopra, esistono molte viti in commercio. Ognuna di queste ha una misura specifica, espressa in millimetri per diametro e lunghezza, ed è composta da un materiale specifico che la rende più o meno adatta al tipo di lavoro che devi effettuare.

La prima cosa che devi sapere è che ad ogni lunghezza di una vite corrisponde un diametro diverso. Inoltre, per essere sicuro di una buona tenuta, la lunghezza di una vite deve essere almeno il doppio della parte da bloccare o fissare.

 

I diversi tipi di viti

In commercio esistono viti che vengono suddivise in base al materiale che devono fissare ovvero:

 

  1. viti per legno, solitamente sono in ottone quelle che vengono utilizzate per costruire mobili;
  2. viti per metallo: solitamente si usano quelle in acciaio o alluminio sono particolarmente necessarie quando si deve evitare la formazione di ruggine. Si usano quelle in bronzo invece per i lavoratori di serramentistica.
  3. Viti per muratura: questo genere di vite, sempre in metallo è solitamente autofilettante.

Inoltre le viti vengono suddivise anche a seconda se sono normali o autofilettanti:

 

  • normali: vengono utilizzate per legno e necessitano di un foro da dove iniziare ad avvitarsi;
  • autofilettanti: chiamate così perché sono in grado di avanzare spontaneamente durante l’avvitatura.

 

Come si fissano le viti? L’importanza del cacciavite

Per fissare oltre che per svitare una vite si utilizza un attrezzo chiamato cacciavite. In alternativa si possono usare anche trapano o avvitatore elettrico: ti consigliamo di usare direttamente questi strumenti se devi fissare ad esempio una vite autofilettante in una superficie dura dal momento che sono strumenti in grado di rendere questo tipo di lavori più agevoli.

Parlando di cacciaviti, trapani e avvitatori elettrici è sempre bene tenere presente che esistono anche numerose forme per i primi, e punte per i secondi, che dovrai utilizzare per fissare una vite. Nella  testa della vite infatti c’è il cosiddetto innesto, ovvero la parte in cui dovrai inserire la punta dello strumento che usi per avvitarle. Va da se che lo strumento che utilizzerai per avvitare una vite è subordinata al tipo di innesto che la vite presenta. Ti diciamo subito che in genere sono due i principali tipi di innesto: a stella o a taglio, che sebbene siano soltanto due sono dimensioni molto diverse.

 

Sistemi di fissaggio: i bulloni

Per bullone si si intende l’accoppiamento smontabile costituite da una vite ed un dado quindi Anche i bulloni sono delle viti; tuttavia il loro utilizzo è un altro. Solitamente i bulloni hanno una testa esagonale e si distinguono dalle normali viti, come dicevamo poco fa, perché vengono bloccati da un dado, che, posto sulla parte opposta al pezzo da unire ed avvitandosi sul bullone riesce a bloccarlo in maniera efficace.

Solitamente, per aumentare l’efficacia del bloccaggio, si utilizza anche una rondella che deve essere interposta sotto al dado. Quest’ultima altro non è che un semplice disco metallico con un foro al centro che ha molteplici scopi:

 

  • viene usata per aumentare l’attrito tra il dado ed il pezzo da bloccare oppure come distanziatore nel caso di bulloni o viti troppo lunghi;
  • altrimenti si utilizza per per ridurre la trasmissione di vibrazioni;
  • infine si può anche utilizzare per isolare il bullone o la vite dal pezzo da bloccare prevenendone la corrosione.

 

Come si fissano i bulloni?

I bulloni, pur facendo parte della famiglia delle viti, per la loro conformazione, necessitano di strumenti diversi per il loro fissaggio. Come è facile intuire, anche in questo caso la forma del bullone influisce sullo strumento più adatto da utilizzare.

In particolare il bullone può avere una forma esagonale, normale ed incassata. Se è normale va stretto con la chiave inglese o con una chiave regolabile a rullino, invece se è incassato si utilizza la chiave a brugola che consente di lavorare anche in posti difficilmente accessibili. Quando si stringe un bullone è importante non andare oltre il limite di resistenza consentito, soprattutto quando si usa la chiave inglese. Questo accorgimento è utile sia nel caso in cui si debba, per qualsiasi motivo svitare il bullone ma anche per evitare di creare una spanatura, cioè la rottura della filettatura interna al bullone, che renderebbe impossibile il fissaggio.

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Proteggiti dagli infortuni con i dispositivi di protezione individuali (DPI)

Tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) che puoi trovare sul mercato

Uno dei maggiori problemi da risolvere per le industrie, così come per qualsiasi azienda, è quello di fornire la giusta protezione contro gli infortuni ai propri dipendenti. Per raggiungere questo obiettivo chiave, peraltro normato anche dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, sul luogo di lavoro è d’obbligo indossare i cosiddetti dispositivi di protezione individuali.

Spesso infatti l’ambiente di lavoro nasconde pericoli e rischi per la salute dei lavoratori. Pensiamo ad esempio ad un magazzino: gli operai che lavorano dovrebbero indossare un elmetto per proteggersi dalla caduta di pesi provenienti dagli scaffali in alto, degli scarponi antinfortunistici sempre per lo stesso motivo, dei guanti per proteggersi le mani quando movimentano dei carichi importanti. Ovviamente poi, a seconda del tipo di lavoro che una persona svolge, avrà bisogno di DPI che siano adeguati alla mansione che svolge.

Quelli che abbiamo appena elencato sono tutti dei dispositivi di protezione individuali da usare in ambito lavorativo, ma esistono anche altri ambiti in cui questi dispositivi possono essere utilizzati come ad esempio in ambito domestico, sportivo e ricreativo.

Tecnofer srl, essendo una ferramenta che si occupa di forniture industriali ed a privati, dispone di un vasto assortimento di dispositivi di protezione individuale rivolti perlopiù all’antinfortunistica aziendale che puoi scoprire cliccando qui.

Ma quali sono i dispositivi di protezione individuale più comuni? Scopriamolo insieme qui di seguito.

Le tipologie di dispositivi di protezione individuale

Le tipologie di DPI sono definite in base al tipo protezione che il dispositivo di protezione individuale garantisce. In sostanza si distinguono quindi per la parte di corpo che proteggono. Stabilito questo, qui di seguito abbiamo elencato i vari tipi di DPI che sono presenti sul mercato e nel nostro negozio.

Protezione delle vie respiratorie

Si tratta di dispositivi di protezione individuale che servono a tutelare il proprio organismo da sostanze disperse nell’aria potenzialmente nocive garantendo quindi la normale respirazione a chi le indossa. Rientrano in questa categoria DPI come: mascherine, visiere ventilate, maschere antigas e maschere per la fuga dagli incendi.

Dispositivi di protezione individuale degli arti superiori

Si tratta di DPI che riguardano soprattutto le mani dato che solitamente è questa la parte più esposta a rischi che possono essere di varia natura: meccanici ed elettrostatici, elettrici/folgorazione, chimici/microbiologici, freddo, calore/fuoco ecc. Fanno parte di questa categoria quindi i guanti realizzati con i più diversi materiali come ad esempio il nitrile, gomma, cuoio, o con materiale dielettrico.

Protezione degli occhi

Anche gli occhi sono soggetti a vari rischi dal momento che alcuni schizzi di materiale caustici o corrosivi, alcune schegge, o radiazioni potrebbero infliggere seri danni a questo organo. Per questo su utilizzando DPI come: Occhiali, maschere,visiere, schermi eventualmente abbinati a vari filtri per proteggere l’occhio da particolare tipi di luce o radiazioni che potrebbero dannerggiarlo irreparabilmente.

Dispositivi di Protezione individuale dell’udito

Il danno all’udito è uno dei problemi più diffusi in ambito lavorativo. L’ipoacusia professionale si distingue anche per la sua natura non rimarginabile. Per questo motivo i Dispositivi di Protezione Individuale rivolti all’udito sono obbligatori quando non è possibile ridurre il rumore del luogo di lavoro. Questi dispositivi sono in genere di due tipologie: cuffie e tappi auricolari.

Protezione del capo

Il dispositivo per proteggere la testa è solo uno: l’elmetto o casco che può essere compatibile anche con l’utilizzo contemporaneo di altri DPI.

Protezione degli arti inferiori

Proteggere i propri piedi è importante per la tua stabilità quando svolgerai la mansione che ti è stata assegnata sia per garantirne la loro incolumità. Rientrano in questa categoria i seguenti dispositivi: scarpe antinfortunistiche, ginocchiere, ghette, suole amovibili e dispositivi amovibili di protezione per il collo del piede.

Protezione da cadute dall’alto

I DPI anticaduta sono soggetti a particolari procedure di certificazione dati i rischi elevati derivanti da una caduta del lavoratore. Le principali tipologie di questi DPI sono: imbragature, Cordini di posizionamento, connettori e maglie, discensori, bloccanti, carrucole e molti altri.

Protezione del corpo e della pelle

Rientrano in questa tipologia gli indumenti di protezione (contro aggressioni meccaniche, chimiche, calore, radiazioni, ecc.) dispositivi di protezione di tronco e addome (giubbotti o grembiuli) e dispositivi di protezione della pelle (creme protettive, pomate).

Visibilità

Questa tipologia si riferisce perlopiù agli indumenti ad alta visibilità o catarifrangenti che è obbligatorio indossare in alcune situazioni particolari, pensiamo ad esempio a tutto coloro che lavorano in prossimità di cantieri, specie quelli stradali, che devono quindi favorire la propria visibilità per evitare incidenti.

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